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Repliche al Sindaco sull’ipotesi di inconferibilità dell’incarico di Presidente del CdA di ASTEA a Fabio Marchetti.

Apprendiamo dai social network che il Sindaco Pugnaloni si è offeso per la nostra segnalazione sull’inconferibilità dell’incarico di Presidente ASTEA a Fabio Marchetti ai sensi dell’Art. 7 del Decreto Legislativo 39/2013. Si appella al fatto che un Sindaco di una citta di 35.000 abitanti, secondo lui, per definizione non può commettere errori o essere superficiale in nomine così importanti. Gentile Pugnaloni, siamo al reato di “lesa maestà”? Se dovessimo contare tutte le superficialità e gli errori della sua gestione o peggio le scelte politiche e amministrative sbagliate, probabilmente si sorprenderebbe di quante ne ha già commesse! Quindi le accuse di populismo le rispediamo ovviamente al mittente.

Facciamo allora un discorso più ampio:

Pugnaloni, il parere all’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione), lo doveva chiedere preventivamente per il caso specifico della nomina di Marchetti e non appellarsi ora, tardivamente, dopo essere stato “stanato” dal M5S, a generici pareri dell’ANAC emessi in altre situazioni e riguardanti quindi altre situazioni.

A proposito di pareri comunque, nelle FAQ del sito dell’ANAC tra gli altri, al punto 7.11 si legge: “L’individuazione dell’organo di indirizzo deve essere effettuata da ciascuna società controllata sulla base delle previsioni dello statuto”. Lo statuto di ASTEA all’art. 8 recita: “Al consiglio di amministrazione spettano tutti i poteri per la gestione ordinaria e straordinaria della società”. Dunque, interpretando questo punto, Fabio Marchetti, diventando membro e Presidente del CdA, sarebbe a tutti gli effetti un componente dell’organo di indirizzo soggetto all’inconferibilità dell’incarico anche se non ha deleghe gestionali dirette, quali quelle di un amministratore delegato. Oppure no? Forse interpretiamo male noi, ma Pugnaloni doveva sincerarsene prima, non adesso.

La morale qual è allora?

Pugnaloni, pur di mettere nei posti chiave di ASTEA uomini totalmente fedeli a lui e al suo partito, (e ricordiamo che Fabio Marchetti è attualmente il presidente del PD osimano!), dopo la brutta sorpresa di amministratori come Berré e Micozzi che evidentemente non erano disposti a piegarsi a qualsiasi richiesta del Sindaco, sta ora tentando una forzatura giuridica piuttosto pesante. Alla faccia della trasparenza e dello stop ai poltronifici! Alla luce di quanto rilevato dal M5S di Osimo è ora chiaro a tutti i cittadini il motivo per cui Marchetti sarà Presidente del CdA, ma non sarà amministratore delegato: proprio per cercare di aggirare la norma sulla inconferibilità del Decreto 39/2013! Una domanda sorge spontanea: gentile Sindaco, la legge si applica quando si tratta delle quote rosa per far dimettere Berré e invece si interpreta a proprio piacimento quando si tratta della nomina di Marchetti?

E mentre Dino Latini e le Liste Civiche stanno a guardare, il Movimento 5 Stelle, come già preannunciato, segnalerà all’ANAC ai sensi dell’Art. 16 del citato Decreto la sussistenza di un’ipotesi di inconferibilità, nel momento dell’eventuale conferimento dell’incarico a Fabio Marchetti e della sua presentazione della dichiarazione di cui all’Art. 20 comma 1 del suddetto Decreto 39/2013.

Movimento 5 Stelle Osimo


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