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CINEMA CONCERTO: SALDI PER TUTTI…

“quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere”(B. Brecht)

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” (art. 9 della Costituzione);

“Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà” (art. 118).

Chiediamoci se: sia  possibile svendere un bene della collettività, simbolo di una lunga tradizione, denso di storia e significato come il cinema Concerto.

Chiediamoci se: sia corretto far passare ai cittadini il messaggio che la svendita di questo bene (ai frati francescani) sia l’unica alternativa al degrado e all’abbandono che questo luogo sta vivendo.

Chiediamoci se: alla fine di questa macchinosa operazione di marketing non ci ritroveremo comunque ad elemosinare ai nuovi proprietari  spazi e strutture che saranno legate a certe prerogative e, di conseguenza, a non avere la libertà di organizzarsi ed organizzare quegli spazi e le relative attività in maniera autonoma.

Chiediamoci se: non si inizi dal cinema Concerto a far passare la nuova sub-cultura della rassegnazione:   “tanto se non lo vendiamo resta lì ad ammuffire”, nascondendo in realtà l’esproprio dell’ennesimo spazio e dell’ennesimo diritto alla cittadinanza a favore degli interessi e del profitto dei privati, così come sta avvenendo per la scuola e la sanità pubblica.

Il nocciolo della questione è  proprio questo: se la vendita del bene viene presentata ai cittadini come l’unica soluzione possibile, è normale che la gente si convinca di questo. La domanda che però sorge spontanea potrebbe essere un’altra: come mai il cinema non può essere considerato una priorità per la nostra città? Noi del M5S di Osimo crediamo fermamente che una politica dei beni comuni non debba concentrare il potere nelle mani di pochi e, constatiamo amaramente che nel corso della storia i cittadini hanno sempre dovuto lottare (e devono continuare a farlo) per conquistare e riconquistarsi coi denti quei beni e quei diritti che per natura appartengono loro. Occorre prendersene cura, restituirli alla collettività per intero non a pezzi (come vuol fare il nuovo Sindaco). Crediamo servano altri tipi di risposte; crediamo che i beni comuni (dall’acqua, al paesaggio), non si amministrino dall’alto, ma si autogovernino dal basso. Se la smettiamo di concepire l’uomo solo come tubo digerente o come un automa la cui unica necessità è di consumare e comperare, possiamo comprendere come i beni culturali esprimano utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali e al libero e felice sviluppo delle persone. La legge deve quindi garantire in ogni caso la fruizione collettiva, diretta e da parte di tutti, soprattutto nell’ottica delle generazioni future. C’è un progetto di riforma elaborato dalla Commissione Rodotà, il cui schema prevede che: “ove la proprietà di questi beni sia pubblica, gli stessi beni siano collocati fuori commercio, salvi i casi in cui la legge consenta la possibilità di darli in concessione, per una durata comunque limitata”.

I cittadini attivi, si prendono cura dei beni comuni, sono “disinteressati”, in quanto esercitano una nuova forma di libertà, solidale e responsabile, che ha come obiettivo la realizzazione non di interessi privati, bensì dell’interesse generale. In base a tale principio (detto di sussidiarietà) le diverse istituzioni devono creare le condizioni necessarie per permettere alla persona e alle aggregazioni sociali di agire liberamente nello svolgimento della loro attività. In questo modo si educa il cittadino ad una nuova mentalità  consapevole delle conseguenze positive che ne possono derivare per le persone e per la collettività in termini di benessere spirituale e materiale. L’intervento dell’entità di livello superiore, (le istituzioni), qualora fosse necessario, deve essere temporaneo e teso a restituire l’autonomia alla società civile (di cui le istituzioni – lo ricordiamo – sono al servizio e non il contrario). La partecipazione attiva dei cittadini alla vita collettiva può concorrere a migliorare la capacità delle istituzioni di dare risposte più efficaci ai bisogni delle persone e alle soddisfazione dei diritti sociali che la Costituzione riconosce e garantisce ai cittadini.

E’ arrivato il tempo di una cultura nuova.

Movimento 5 Stelle Osimo


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2 Comments

  1. Alberto

    Così a freddo mi vengono in mente tre commenti:

    1) Sono assolutamente d’accordo sul fatto che vendere i beni dello Stato ( e quindi del popolo italiano) per fare cassa sia una pratica vergognosa;

    2) E’ innegabile però che tutti i Comuni italiani (lo Stato italiano) sono ormai alla canna del gas. Non ci sono più soldi, “grazie” ai vincoli europei oramai possiamo giusto tirare avanti qualche mese poi quando ci saremo venduti la torre di pisa, il colosseo, la fontana di trevi, e qualcos’altro potremo chiudere la baracca;

    3) i frati francescani sono interessati all’acquisto. bene. i frati francescani potrebbero allora destinare i soldi che servono per comprare il cinema concerta ai poveri di Osimo così fanno un’opera di bene.

  2. Cristina

    Qualche hanno fa ho studiato, per un master sulla gestione e pianificazione delle aree protette, la CEP ovvero la Convenzione Europea del Paesaggio. Si basava sull’importanza delle identità locali, sul fatto di valorizzare e conservare il patrimonio storico culturale del Paese. Si centrava sulla popolazione locale, sono proprio i cittadini ha dover individuare ciò che per loro è importante. So che poi è diventata legge. Ma nessuno la conosce, nessuno la applica o la tiene in considerazione. Pensando alla trattoria Strologo di Camerano: Era un forte luogo di identità per Camerano, un valore. Per la mancanza di spazio per fare un nuovo bagno a norma ha chiuso. Come il nostro cinema. La normativa diventa un appiattimento dell’identità locale. A questo punto bisogna riconsiderare le norme perché stanno uccidendo il nostro Paese, dalla cultura all’economia. I frati: Se sono persone di cultura e buon senso disposte a ridare ad osimo il suo cinema siano i benvenuti.

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