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Riflessioni sull’ ultimo Consiglio Comunale semiaperto

Visto come era stato presentato questo Consiglio Comunale, al cui ordine del giorno vi era la questione dell’ospedale di Osimo SS Benvenuto e Rocco, si riteneva che, da parte dei cittadini osimani e non, ci fosse la possibilità di intervenire, come in tutte le formule assembleari che si rispettino. I tanti cittadini presenti, dopo aver ascoltato gli interventi degli eletti e dei tecnici della Regione e della Sanità, avrebbero posto molte domande a tutte le parti politiche che sedevano dietro l’emiciclo, improvvisato per l’occasione. Perché di questa probabile chiusura del nosocomio osimano, sia la maggioranza, sia l’opposizione ne sono indirettamente responsabili.
Ma questa occasione di poter esercitare il diritto di manifestare il proprio pensiero è stata negata agli Osimani.

Quindi, essendo stata negata la possibilità di intervenire direttamente all’interno del consesso comunale, Osimo 5 Stelle ritiene opportuno presentare delle riflessioni per iscritto sulla questione 

 Riflessione 1. L’ubicazione del prossimo – molto in forse – ospedale di rete non risponde alle esigenze di un bacino demografico, quello della Valmusone, che raggiunge i 100mila abitanti circa; l’area sud della provincia di Ancona non troverebbe alcun riscontro positivo da questo insediamento ospedaliero fissato all’Aspio di Camerano, in quanto creerebbe un forte disagio per tutte quelle fasce deboli, come gli anziani e i disabili, che troverebbero difficoltà legate al trasporto nel raggiungere il presidio. Sebbene questa considerazione possa essere opinabile, sicuramente non lo è il fatto che dei reparti non verranno istituiti all’interno dell’ospedale di rete stesso, sebbene verranno chiusi nei rispettivi nosocomi comunali interessati. Stiamo parlando dei reparti di Ginecologia, Ostetricia e Pediatria, importantissimi e indispensabili all’interno di un ospedale come  in quello di Osimo, nel quale sono avvenuti 730 parti nel 2012. Ma la beffa, oltreché l’inganno, sta nel fatto che questi reparti probabilmente non verranno istituiti neanche nel futuribile ospedale di rete; con la diretta conseguenza che tutte le puerpere di Osimo, Castelfidardo, Loreto, Offagna, Sirolo, Numana, ma anche Filottrano, Recanati e Portorecanati per la loro posizione geografica, dovranno partorire al Salesi, il quale, oltre a non essere un ospedale territoriale, bensì regionale, dà alla luce 2500 neonati all’anno. A meno che un’osimana, piuttosto che lauretana o fidardense, non decidano di andare a partorire a Jesi o Senigallia! No Comment. Tutto questo perché il nuovo riassetto sanitario regionale prevede che si debbano chiudere tutti quei reparti di ostetricia presenti che non raggiungono il numero di mille parti all’anno; mentre per Jesi e Senigallia (850 parti/anno) le maternità sono state mantenute per la presenza dei reparti di pediatria, anestesia e rianimazione dell’ospedale.

Noi proponiamo che nel nuovo ospedale della Valmusone, che avrà sicuramente un reparto di rianimazione, venga previsto anche la ginecologia, utile tra l’altro alle povere anziane, con patologie ginecologiche magari gravi, che ora dividono al Salesi la stanza con giovani donne, l’ostetricia e la pediatria.

Altrimenti ci sarà un +30% delle nascite al Salesi. Immaginate?! Follia pura!

 Riflessione 2. Questa è un’operazione che chiaramente parte dall’alto, nelle decisioni economiche dalle politiche di austerity messe in campo dell’ex premier Monti attraverso l’approvazione bipartisan della Spending Review, che prevede tagli alla spesa sociale; mentre nelle decisioni politiche dalla Regione Marche, la quale, senza ascoltare e valutare le reali esigenze delle popolazioni interessate, decide “monoliticamente” di assegnare all’INRCA il compito di gestire un ospedale di rete, oltretutto in un’area geografica della provincia non baricentrica, rispetto ai comuni interessati. Senza dimenticare che l’INRCA è un istituto di ricerca geriatrico.

 Riflessione 3. E il pronto soccorso dell’ospedale di Osimo che fine farà? L’impegno da parte della Regione a un suo ampliamento e miglioramento c’è, a detta dell’Assessore Regionale alla Sanità, a patto che il Comune di Osimo “sganci” 200 mila euro; cifra che il Sindaco Simoncini, nell’arringa finale del Consiglio Comunale semiaperto, ha già promesso di conferire. Soldi che, tuttavia, verrebbero sottratti per il finanziamento di altri servizi ai cittadini, come ad esempio quelli sociali; è inaudito che un comune “sganci” denari per opere che competono alla Regione. Ad ognuno il suo!!

 Riflessione 4. Gli interventi dei consiglieri possono essere ricondotti a una sorta di “operazione pompieraggio”, ovvero tutti d’accordo nel salvaguardare la struttura ospedaliera osimana; al contrario, riteniamo che, chi più chi meno, tutti abbiano contribuito al espandersi dell’incendio, a questo punto difficilmente domabile.

Il Pd osimano, sin dalla scorsa campagna elettorale, ha sempre ribadito il suo appoggio verso la costruzione dell’INRCA-ospedale di rete in zona Aspio-Camerano; probabilmente in linea con le indicazioni che provenivano dall’alto e non dal basso, ovvero dall’interesse degli Osimani. La stessa consigliera Andreoni ha ricordato la bontà di questa operazione, ma, ha pure sottolineato, che bisogna mantenere le eccellenze dell’ospedale osimano. Ma se l’ospedale di rete nasce come risposta a un eccessivo dispendio, un consigliere comunale può affermare che bisogna mantenere tutti i presidi, soprattutto se il suo partito è stato l’artefice di questi tagli sociali? O forse non si ha il coraggio di dire certe cose di fronte a un pubblico numeroso, attento e interessato?

Pe.Li.De. e, a ruota, Sel chiedono una posizione più docile, mansueta, quasi genuflessa di fronte all’autorità regionale; i toni non devono essere duri, bensì accomodanti. Le due consigliere, per distinguersi dal Pd, con il quale si sono presentate insieme alle ultime elezioni amministrative, condividendone il programma che prevedeva lo smantellamento dell’ospedale di Osimo, non approvano il registro linguistico utilizzato nella proposta di deliberazione.

I toni non sono troppo duri, ma sono stati troppo morbidi in passato, arrivando a questa situazione difficilmente districabile.

 Riflessione 5. La figura che più si distingue in questa rappresentazione è quella del consigliere regionale Dino Latini, il quale, con l’altro consigliere regionale lauretano Moreno Pieroni, hanno votato contro il nuovo piano regionale sanitario, in seguito al rifiuto da parte della maggioranza regionale di inserire l’emendamento dai due presentato, che stabiliva la presenza dei reparti di Ostetricia e Ginecologia all’interno del nuovo ospedale di rete.

Dato che il gesto politico di Latini ha una grande importanza, soprattutto se messo in atto su tematiche di natura sanitaria, ci si chiede come mai ancora appoggi questa maggioranza regionale guidata da quel Pd che ha tanto osteggiato a livello locale; sia Latini, sia Pieroni escano dalla maggioranza e siedano tra i banchi dell’opposizione. Per dovere di cronaca si ricorda che il consigliere regionale Latini, contrario al piano sanitario regionale così come promulgato, è concorde con la maggioranza regionale nella riduzione della spesa sanitaria.

Ma il consigliere Latini, che ha ben chiara la situazione di profondo stallo, al momento giusto proporrà la soluzione a tutti i mali della sanità, ovvero l’ospedale della Provvidenza, un presidio privato che, rispondendo al principio della sussidiarietà, si sostituirà alla sanità pubblica che tutti i rappresentanti politici, soprattutto quelli che siedono in Regione, hanno contribuito a smantellare e depauperare. Chi è il privato che apre una struttura come quella presentata dalle Liste Civiche senza un fine di lucro? Sulla salute delle persone non si lucra, il diritto alla salute è un diritto sancito dalla Costituzione e i cittadini onesti hanno una pressione fiscale quasi del 50% per avere questi servizi.

Si tenga conto, infine, che la Regione, probabilmente, appoggerebbe indirettamente questa opera privata, in quanto la solleverebbe dal gravoso compito di trovare una soluzione alla questione dei reparti di Ostetricia e Ginecologia di Osimo, altrimenti “orfani” di ospedale.

Il Movimento 5 Stelle chiede al consigliere Latini, che presiede la commissione bilancio della Regione Marche, di trovare in altri settori della spesa regionale gli sprechi, gli incentivi agli amici (tipi gli impianti a biogas) per recuperare alcuni dei miliardi dei tagli statali alla Sanità. Perché sicuramente ce ne saranno a fiumi.

Perché una regione virtuosa non è una regione che taglia per rimanere nei limiti, ma è una regione che investe per costruire un sistema virtuoso di servizi eccellenti per tutti i cittadini. Questo è il compito che siete stati chiamati a svolgere. Altrimenti andrete tutti a casa.

 Conclusioni. Il Movimento 5 Stelle è per una sanità pubblica che garantisca il diritto alla salute a tutti gli esseri umani e, quindi, osteggia le politiche di smantellamento che ormai da anni vengono messe in pratica, ritenendole sorta di apripista alle privatizzazioni.

Anche per questo ritiene interessante la proposta del sindaco di Loreto Nicoletti, il quale, nel suo intervento, ha ricordato come alcuni anni fa ci fosse stata la volontà politica di alcuni comuni della Valmusone di ubicare l’ospedale di rete in zona Acquaviva, sicuramente più baricentrica della proposta attuale. Ma nessuna delle forze politiche osimane appoggiò a suo tempo tale proposta.

Osimo 5 Stelle

 


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